Archive for ottobre 2011
posted by Nela San on linsulsoboh
Teatro.
Prima dell'inizio dello spettacolo a pubblico già seduto.
Platea. Fila 13 posti 6 e 7.
- Com'è il titolo?
- Gente inattesa.
- E chi c'è?
- Piero Sidoti trio e... ah, c'è Giuseppe Battiston!
- E chi sarebbe?
- Come! Non lo conosci? L'attore!
- Cosa ha fatto?
- Faceva poi l'investigatore, quello un po' robusto, nel film Pane e Tulipani!
- ???
- Dai, quello che faceva il ladro grasso che cade sulla tavolata nel film di Aldo, Giovanni e Giacomo!
- Ah, quello calvo, alto, che parla sempre meridionale!
- Macchè! Quello è Aldo! No, ha i capelli...
- No, non mi ricordo.
- Ma sì, l'abbiamo visto anche in quell'altro film...come si chiamava? Quel film dove giocavano sempre a calcio. Sì che te lo ricordi! Era il ciccione con barba e baffi che tirava le punizioni!
Quando si spengono le prime luci in platea, lo spettatore-Fila-13-Posto-6 non ancora ha capito chi vedrà fra poco sul palco.
Mi giro, come a cercare qualcuno.
Con mia sorpresa, vedo che Fila-13-Posto-7 ha tentato per tutto questo tempo di spiegare a Fila-13-Posto-6 chi è Giuseppe Battiston, tenendo in mano il depliant degli spettacoli in cartellone, dove, alla pagina di quello odierno, campeggia la foto di...Battiston!
Si comincia a capire perché la Fila 13, negli aerei ad esempio, è stata soppressa.
Siparioooooooo!
posted by Nela San on Setelefonando
Cosa avreste fatto voi se il vostro volo fosse partito con due ore di ritardo, foste arrivate a Francoforte al Gate 13 e vi avessero detto che la coincidenza partiva dopo 10 minuti dal Gate 56?
Cosa avreste detto (se mai avevate ancora fiato per sibilare qualcosa) al raggiungimento del fatidico Gate e relativo imbarco con successo?
Di sicuro avreste ringraziato Silvertrolley (il vostro fido bagaglio a mano), la vostra perspicacia nell'indossare comodi pantaloni neri gessati (anziché invalicabili gonne strette) e nel calzare mocassini stringati tipo uomo che vi hanno permesso di volare.
In tutti i sensi.
Cosa avreste poi fatto, voi, se, nel bel mezzo di uno stand, vi fosse arrivata una telefonata e una voce maschile vi avesse detto trovarsi lì, proprio davanti a voi, mentre invece lì davanti avevate solo una pila di cartoni dello stand di fronte?
Di sicuro vi sareste guardate attorno ed allora l'avreste scorto, il personaggio senza senso di orientamento, con ancora il telefono all'orecchio, che stava sorridendo, di fianco a voi.
Anzi, a dire il vero, stando a-ore-6 (cioè dietro di voi, per usare linguaggio bersaglio militare)!
Cosa avreste poi detto, voi, se si fosse avvicinato, si fosse presentato e vi avesse apostrofato così:
"Ciao, come stai? Oggi ti vedo un po' viriloide..."
Già, cosa avreste detto?
Ah, dimenticavo, non avevo specificato che, colui che vi vedeva oggi-un-po'-viriloide, non vi aveva mai visto prima...
Ah ah ah one man show.
PS per la cronaca, la blogger somiglia più, trucco a parte, a The hopeless romantic (foto in alto alla destra di chi guarda) e meno (molto meno) a Grace Jones.
Lei, la blogger, ha di più, molto di più.
E non è viriloide.
posted by Nela San on Modellidaex-stirpare
imbarbarire
[im-bar-ba-rì-re] v. (imbarbarisco, imbarbarisci ecc.)
- • v.tr. [sogg-v-arg] Rendere rozzo o incivile qlcu.; corromperne i costumi: i. una popolazione || i. una lingua, contaminarla con barbarismi
- • v.intr. (aus. essere) [sogg-v] Diventare rozzo, incivile SIN degenerare
- • imbarbarirsi
- • v.rifl. [sogg-v] Divenire rozzo; ridursi a uno stato di inciviltà
posted by Nela San on globalcondidivisioni
Madrid, ristorante biologico in Calle Fuencarral.
Giovedì sera.
Al tavolo due signore di età over-anta.
Una di loro è il frutto di un'operazione estetica mal riuscita.
Veste un improponibile giacchino azzurro, taglia per una quattordicenne, su ampia scollatura lampadata e un pantalone di pelle nero. Ha ondeggiato per raggiungere il tavolo come in preda al mal di mare, causato più verosimilmente da una decolletè in vernice nera con plateau, tacco inverosimilmente alto e parte posteriore in simil-alluminio rifrangente.
Il capello lungo, biondo sfibrato, incornicia due labbre rosso sangue, gonfie e colorate come quelle di un bo(to)x-eur e un occhio mandorlinizzato dalla pelle troppo tirata ma pesantemente truccato.
Il giovane cameriere, ragazzo prestante, che forse di giorno è studente universitario e magari ha anche partecipato ai sit-in degli indignados in Plaza del Sol, si indirizza al tavolo e prende l'ordinazione. Si allontana.
- Venga! ?No te parece guapo?
- ?El chico?
- Uhmmmmm!
- Guapísimo!
La conversazione si spegne quando el chico si riavvicina al mio tavolo, porgendomi la ricevuta.
Sorrido e ringrazio.
Nel controllarla scopro che si chiama Gaston.
L'impulso sarebbe quello di avvicinarmi alle due cougar e dire loro:
- Probabilmente Gaston oltre che esser guapo è pure bio. Come tale, esclude manipolazioni da prodotti di sintesi o organismi geneticamente (ed esteticamente) modificati come voi due.
Invece mi alzo, riguardo la sala ed esco, pensando alla vignetta di Maitena e alla definizione di cougar.
An older woman who frequents clubs in order to score with a much younger man. The cougar can be anyone from an overly surgically altered wind tunnel victim, to an absolute sad and bloated old horn-meister, to a real hottie.
posted by Nela San on AzioneACCETTA-bile
Italo Calvino, 15 ottobre 1923
posted by Nela San on linsulsoboh
- Buon giorno.
- Buon giorno, mi dica pure.
- Devo richiedere il duplicato della tessera sanitaria di un mio familiare che si trova all'estero e l'ha smarrita.
- Ha la delega?
- Certo, eccola. Delega firmata dalla persona.
- Bene. Mi vuole un suo documento.
- La mia carta d'identità.
- Benissimo, ora mi vuole un documento di chi l'ha smarrita.
- Sì, eccolo: ho fatto fare una fotocopia fronte-retro. E' lo stesso citato anche nella delega che mi ha firmato...
L'addetta si irrigidisce.
- No, no, no! Mi vuole un documento in originale di chi ha smarrito la tessera.
- Ma, ma la persona è tutt'ora all'estero! E' per questo che mi sono fatta fare la fotocopia della sua carta d'identità, citata nella delega.
L'addetta è categorica:
- Mi spiace, serve un suo documento in originale. Non ha lasciato a casa un altro documento, la patente, per caso?
- Sì, quella forse, credo di sì.
Si ritorna all'ufficio con la patente, lasciata a casa dal familiare che usa i mezzi di trasporto pubblici, che all'estero funzionano.
L'impiegata si allarga in un sorriso.
- Adesso abbiamo tutto. Perfetto! Attenda che le faccio una fotocopia della patente.
Costernati dalla differenza di valore fra la fotocopia fatta dal familiare e quella dell'addetta, si decide di osare:
- Mi scusi?
- Prego?
- Mi tolga una curiosità.
- ...
- Se il familiare avesse avuto con se' anche la patente, il duplicato non poteva essere richiesto?
- Eh, sì, sa, è veramente un casino.
L'addetta è abbastanza imbarazzata. Continua:
- Per questo suggeriamo sempre di lasciare a casa un documento: il passaporto, la carta d'identità, oppure la patente.
- Ah, ecco...
Per ragioni di privacy, non citerò l'ufficio. Il dialogo è avvenuto oggi, fra le 10.00 e le 10.45.
Se quindi decidete di scomparire da questo paese, tranquilli!
Chi eventualmente vi vuole ritrovare non può sporgere denuncia. Occorre la presenza dello scomparso a denunciarne la scomparsa.
Non per niente abbiamo l'autocertificazione.
Alegra-mente vostra,
PS
Per commenti indignati e non, clikkate in cima al post su "No comments". Dicitura un po' equivoca. Lo so, induce a pensare che non si vogliono commenti, ma non è così. E' solo per restare nell'ambito dell'assurdo.
posted by Nela San on linsulsoboh
Nell'oscurità delle sale si aggira una signora.
Abiti normali, altezza normale, fisionomia normale.
Passerebbe pure inosservata se non fosse per i suoi movimenti tipo alfiere degli scacchi.
Silenziosamente guarda il quadro di fronte, si sposta in diagonale, riguarda il quadro, si gira come se cercasse qualcuno, poi si avvicina a leggerne il titolo.
Man of the sea
Borbotta qualcosa del tipo: "Quella maniglia di finestra, in spiaggia poi?!"
Si allontana.
La ritroviamo a fare lo stesso approccio con un altro quadro.
Vintage, 1943
Qui ritorna a guardarsi attorno. Sembra cercare disperatamente il suo gruppo.
Esclama allibita: "No, no, no meglio gli impressionisti, quella mostra a Treviso..."
Dopo averla fortunatamente persa di vista, sentiamo all'improvviso un lamento.
"Ah, sei qui! Finalmente ti trovo. Adesso poi tu mi devi spiegare che senso ha che questo Frédérick ci dipinga un quadro con uno specchio e una palla. E lo intitola pure Mona Lisa! Semmai Monna Lisa! Non è la Gioconda di Leonardo che è in quel museo di Parigi. Come si chiama?!"
Ci allontaniamo nell'oscurità.
Decidendo di non palesare la nostra nazionalità.
posted by Nela San on De-pendolarizzatevi
Oh, eccolo apparire dallo specchietto retrovisore questa volta io sono in anticipo e il panzer-Suv in ritardo.
Non è da lui? Andiamo! Hai l'auto tedesca, dovresti essere puntuale, se non addirittura in anticipo!
Invece sei lì dietro e al momento ti tocca starci.
Non seguo la regola alla Woody Allen quando afferma che:
"Un automobilista pericoloso è quello che vi sorpassa malgrado tutti i vostri sforzi per impedirglielo".
Ma vorrei tanto che per un giorno la mia piccola volture si tramutasse in questa qui sotto.
Lui, di sicuro, non sa il francese, ma il suo panzer-Suv avrà come optional il Google traduttore.
posted by Nela San on Silenzio
posted by Nela San on globalcondidivisioni
posted by Nela San on Modellidaex-stirpare
Si sa! Alle fiere bisogna accalappiare il contatto. Quando si trova, qualcosa da bere, scambio biglietti e si inizia a parlare con convincente ottimismo stampato sul viso.
Se intanto passa di fronte allo stand un conoscente, la reazione può essere:
- lieve cenno col capo vostro=ti ho visto, ma adesso sono impegnato;
- vostro gesto più plateale verso chi sta passando, tipo: mano verso l'orecchio= ti telefono poi, o semplice rotazione circolare del polso con indice esteso in orizzontale=ci vediamo dopo.
C'è però chi contravviene queste semplici consuetudini fieristiche.
Parliamo del nostro uomo, che chiameremo Macario, e della sua interlocutrice-vittima, che oggi, per ragioni di tecnica narrativa, nomineremo come Maddalena.
SIPARIO
Fiera, stand in angolo, tavolo alto a bordo stand per braccare clienti.
Macario seduto-in-improbabile-equilibrio su sgabello alto.
Troppo alto per lui.
(Macario pensa che per la prossima edizione dovrà ricordarsi di segnalare la sua altezza al garrese all'arredatore dello stand).
Maddalena è in navigazione a vista, lontana dal suo stand, veleggia per padiglioni, curiosando fra gli espositori.
Si accorge troppo tardi di essere di fronte a quello di Macario.
Fortunatamente lui è con un cliente e per le regole sovraesposte...
Errore. Viene accalappiata anche lei.
- Ciao, come stai? Entra! Vieni che ti presento a Mr. ehm...- Macario guarda il biglietto di chi gli è seduto di fronte - Mr. Lev can I introduce you Ms Maddalena, she was working before me in the company.
Seguono frasi e convenevoli di prammatica, con il cliente che abbozza, Macario che continua a parlare, Maddalena che guarda il cliente-pesce-fuor-d'acqua, finché riesce a liberarsi dalla situazione imbarazzante, saluta e riprende il suo giro.
O meglio, vorrebbe riprendere il suo giro.
Si è allontanata di circa una decina di metri, quando si sente una voce fra il disperato e l'ansimante urlare alle sue spalle:
- Maaaaaaaaddyyyyyyyy!
Ora: per capire come ci si può sentire ad essere apostrofate così, nel bel mezzo di una fiera internazionale, in un padiglione dove non c'è alcun macchinario in funzione a coprire quest'urlo, si deve ricorrere ad una sequenza di uno dei più famosi film di Sergio Leone, quando Lee Van Cleef si volta...
- Maddalena, scusa, ti ricordi come si chiamava l'agente che avevamo in Israele quando c'eri tu?
- ??
- Sai volevo chiedere a Mr. come-si-chiama se lo conosceva...
- Ma, Macario, lo dovresti conoscere! Era nostro agente, ma da quando ci sei tu è passato alla vostra concorrenza!
- Ah, sì, è vero...allora torno da lui e è meglio che non glielo dica.
- Sì, Macario, sì.
Macario gira i talloni e si allontana per tornare dal cliente piantato in asso e che lo sta osservando sgomento e appollaiato sullo sgabello.
Maddalena invece guarda due signori di fianco a lei in uno stand spagnolo che hanno assistito alla scena divertiti, ma hanno visto solo il labiale.
Maddalena non li conosce. Non entrerà nel loro stand.
Come da regola sopra esposta, avrebbe voglia di fare una semplice rotazione circolare del polso con indice esteso, ma in verticale.
Non per dire un ci vediamo dopo agli spagnoli, ma per significare: scusatelo, gli manca qualche rotella.
SIPARIOOOOOO.